Pubblicato su politicadomani Num 90 - Aprile 2009

Medicina
Morte da amianto:
si può prevedere ed evitare


Una sintesi della recente pubblicazione scientifica su "Mesotelioma Pleurico:una morte prevedibile ed evitabile" (Osservazioni epidemiologiche su una Casistica anatomopatologica e clinica degli anni 1997-2006 - A cura del Servizio di Medicina Preventiva, Direttore Dott. Gerardo Ciannella, e di Anatomia Patologica, Direttore Dott. Giuseppe Antinolfi, dell'Ospedale Monaldi di Napoli)


Gli autori dello studio - G. Ciannella, P. Delle Donne, F. Antinolfi e C. Crispino - hanno esaminato 355 cartelle cliniche di altrettanti pazienti ricoverati nell'Ospedale Monaldi di Napoli, dal 1997al 2006, per i quali è stata formulata la diagnosi di mesotelioma pleurico, riscontrando un aumento percentuale del 50% delle neoplasie pleuriche maligne negli ultimi cinque anni e rilevando, nella loro eziologia, una diminuzione della esposizione professionale ed un aumento della esposizione ambientale al Killer-Amianto.
Si legge nello studio:
In Italia dal 1992 (Legge 27 marzo 1992, n. 257) è proibita l'estrazione, l'importazione e la lavorazione dell'amianto; tale legge, purtroppo, ad oggi, resta ancora disattesa. In Italia si calcola che restano in giro più di 30 milioni di tonnellate di amianto, la cui rimozione e deposito in discariche speciali come prevede la legge, non è semplice; per cui, il più delle volte, l'amianto è gettato in discariche comuni e/o abusive e quando gli agenti atmosferici penetrano nelle discariche ne possono derivare percolati (fluidi) che diffondono le fibre nocive nell'ambiente e nelle acque.
Dal minerale amianto, per processi di decomposizione, si liberano, con la polvere, fibre più lunghe di 5 micron (un micron = un millesimo di millimetro). Esse penetrano nell'interstizio polmonare, la parte più intima del polmone, comportandosi come degli "spilli" che, una volta respirati, si fissano nei bronchioli e negli alveoli polmonari, inducendo alveolite e poi fibrosi polmonare interstiziale. A livello delle pleure si formano delle placche e tra i due foglietti pleurici si organizzano versamenti siero-ematici recidivanti che non si risolvono con le terapie pneumologiche.
Le fibre di amianto hanno la caratteristica di non essere biodegradabili né biocompatibili, la qualcosa significa che esse sono da considerarsi "eterne", in quanto rimangono "attive" nell'organismo e non esistono sistemi tecnologici in grado di attenuarne la pericolosità.
Gli autori hanno anche evidenziato l'aumento significativo del mesotelioma pleurico per le zone di Napoli e Provincia dove in maggior numero sono stati individuati i siti di discariche di sostanze tossiche, pericolose e nocive, quali l'amianto.
Gli autori sostengono, inoltre, la necessità di una rigorosa ed attenta bonifica del territorio campano, ritenendo che la vera prevenzione del mesotelioma pleurico non debba tanto preoccuparsi di formulare una diagnosi precoce di una malattia purtroppo inguaribile, ma debba, piuttosto, preoccuparsi di tutelare l'igiene ambientale del territorio, allo scopo di evitare il grave rischio della esposizione mortale a sostanze cancerogene.
Tra i quartieri della metropoli si registra un allarmante aumento di mesotelioma pleurico per le zone di Soccavo e Pianura; Fuorigrotta e Bagnoli; Barra e Ponticelli. Nel vesuviano la patologia cresce a Portici, Castellammare di Stabia, Torre del Greco, Ercolano. A Nord di Napoli l'incremento si registra a Pozzuoli, Casoria, Marigliano, Melito, Sant'Antimo e Afragola. Crescono i casi anche a Caserta e provincia, e a Salerno e provincia.
Considerando che:
- dal 2004 al 2007, nell'ospedale Monaldi ogni anno si formulano circa 750 prime diagnosi di tumore polmonare e che non sempre i soggetti colpiti dalla patologia sono fumatori,
- che Napoli si appresta a diventare la prima città di Italia per incidenza di neoplasie maligne del polmone,
- che le vittime per amianto in Italia sono 3.000 all'anno,
- che nel Paese esistono 23 milioni di tonnellate di materiali contenente amianto non correttamente smaltito, come prevede la normativa vigente,
- che in Campania risulta siano stati sversati quantitativi enormi di rifiuti tossici e nocivi in discariche abusive, come riscontrato dal Gen. Giannini, collaboratore del Sottosegretario Bertolaso, nella cava di Chiaiano, nella misura riferita di 10.000 tonnellate di amianto friabile e pertanto più tossico,
siamo a rischio di una ecatombe...
Sarebbe indispensabile che le Autorità responsabili (ARPAC, Assessorato regionale all'Ambiente, Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL., gli organi preposti della Magistratura: Procure della Repubblica) si impegnassero ad un opportuno monitoraggio ambientale per lo studio della concentrazione nell'aria, nell'acqua e nel terreno delle fibrille di amianto con l'uso di Centraline territoriali permanenti, per la difesa della tutela della salute (Art. 32 della Costituzione Italiana), in presenza di una preoccupante condizione, che dovrebbe essere approfondita per le varie responsabilità penali del reato di disastro ambientale (Art. 434 c.p.).
[Lo studio completo su
www.chiaianodiscarica.it]

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